La notte in cui ho incontrato il mio Demone della Paura

La notte in cui ho incontrato il mio Demone della Paura

Alla fine è giunto per Derea il momento di affrontare il suo Demone più severo: la Paura. 😱
Residui accumulati di paure figlie di traumi passati, memorizzati in camere protette dell’inconscio. 👥

In sogno.
Sto salendo le scale della bellissima casa al mare che frequentavo da bambina nei mesi di giugno e settembre: un attico al 3° piano di un palazzo vicino al mare nella località di Anzio.
Sbuffo perché ricordo bene la fatica nel salire ogni volta, non essendoci un ascensore.


Arrivata in cima, mi trovo davanti all’uscio dell’appartamento: la Porta è aperta. 🚪

Entro nel corridoio d’entrata, una sorta di stanza senza finestre con carta scurita alle pareti, che vive della luce riflessa proveniente dalle finestre delle stanze adiacenti.

Tenendo conto della fatica per arrivare e la bassa illuminazione, comprendo di essere nel mio Inconscio.

Ora mi trovo al centro di questo corridoio quadrato, quando dal silenzio mi appare un ammasso informe, un indefinito blocco nero la cui identità mi è subito chiara: è il Demone della Paura. 🗝

Sono tesa perché sento che la questione si sta facendo delicata: è l’ora di prendermi una bella responsabilità verso me stessa e di guarire ciò che in me è ancora frammentato.

All’improvviso il Demone allunga dal nulla le braccia verso di me come se volesse condurmi a sé.

Io resto prima immobile ma poi afferro spontaneamente le sue braccia, stringo le sue mani nelle mie e gli dico dal profondo del mio Cuore: «Io ti invio tutta la Luce e l’Amore che posso. Ti amo!». 💟❤

L’Amore che sto provando è così intenso da fare male e mi rendo conto di aver compreso che in realtà sto parlando a una parte di me riconosciuta: un puzzle di frammenti rimasti congelati nel tempo, in attesa di essere liberati per tornare a casa. 🧩

All’inizio la massa nera resta in silenzio ma posso percepire il suo stupore nel non aver avermi visto cedere alla paura. Poi si fa avanti e mi abbraccia, facendosi inglobare da me.

Stavolta lo stupore è il mio: percepisco che quella parte di me è stata reintegrata e si sta riarmonizzando con tutto il resto.
Nonostante io provi un po’ di disagio, sento che va tutto bene… d’altronde ho appena pronunciato una dichiarazione d’Amore verso me stessa!

C’è un cambio di scena: ora Derea si trova nella stanza adiacente, la sua preferita della casa, la più luminosa.
Lì c’è una porta-finestra che porta al grande balcone affacciato sul mare. 🏝

Sono seduta su una delle sedie in legno del soggiorno, una di quelle anni ’60 artigianali con le gambe asimmetriche che ti fanno dondolare.

Sto piangendo come una bambina, un grande nodo alla gola e poi un vecchio dolore che squarcia il cuore e si libera.

Sono estasiata dall’intensità di quel momento mentre cerco di descrivere a un volto amico la profonda e ineffabile Bellezza della guarigione in corso: l’atto d’Amore più grande che ci si possa donare. 💝

Il sogno si interrompe qui.
Mi sveglio affaticata, con la sensazione di essere nata a nuova vita dopo essere morta per un attimo e per questo sono piena di gioia e gratitudine!

Tra sogno e realtà senza discontinuità.

Sento che ciò che ho vissuto in sogno sta lavorando ancora in me e le lacrime scorrono un po’ per l’esperienza impegnativa, un po’ per il sollievo di sentirmi più integra e completa.

Mi riprendo e mi alzo per buttare giù due righe finché il ricordo è più vivido.
E qualcosa mi sussurra che non è finita qui…

Derea

 

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