Continuano su “Racconti d’Arti” le interviste sull’arte dell’acquerello. Oggi, è mia ospite Andrea Elisabeth Dane, pittrice originaria di Londra, che dopo aver vissuto per anni a Roma, si è trasferita a Velletri. Con lei parleremo della sua arte con gli acquerelli, in particolare, e di come ha scoperto questa sua passione, che porta avanti con entusiasmo e con la curiosità di sperimentare con il colore. Buona lettura!
Salve, Andrea. Benvenuta a “Racconti d’Arti”. Per iniziare, vuoi parlarci un po’ di te e di come è nata la tua esperienza con la pittura?
Per i tuoi dipinti, utilizzi in particolar modo la tecnica dell’acquerello. Sei autodidatta o hai seguito una formazione con maestri?
Sono sempre stata un’amante delle arti e delle cose belle in genere, ma solo molto più tardi, nella vita, ho potuto dedicarmi alla pittura. Sebbene io sia prevalentemente autodidatta, ho studiato acquerello con Maestri di acquerello russi, italiani e inglesi. Ho partecipato a numerose mostre nel Lazio e in Umbria, vincendo anche qualche premio di riconoscimento.
Parlaci del tuo modo di dipingere. Quali sono i soggetti che ami di più e cosa t’ispira?
Tutti gli artisti hanno un proprio modo di dipingere, che gli è congeniale. Mi ci è voluto un bel po’ per dipingere a modo mio, prima ero terrorizzata di non farlo nel modo giusto!
Quando inizio un dipinto ho ovviamente un’idea in mente e devo ispirarmi al soggetto per poter avere qualche speranza che venga a buon fine, o perlomeno accettabile. E anche armati di ispirazione, molti dipinti sono finiti nella spazzatura!
A volte un dipinto può richiedere giorni per essere finito, poiché spesso mi piace usare la tecnica della velatura (glazing), cioè la sovrapposizione di un nuovo strato di colore, di solito un colore trasparente, una volta che quello sottostante è asciutto. Inizio un dipinto e poi mi fermo, aspetto che i colori si asciughino e aggiungo idee estemporanee man mano che il dipinto si evolve.
Mi piace particolarmente creare texture interessanti, e backrun (i back run sono il “bocciolo” o il “fiore” prodotto quando una parte di un lavaggio è troppo bagnata e il pigmento viene sollevato e costretto a raccogliersi sul bordo anteriore dell’umidità ndr). Prediligo i pigmenti che creano la granulazione. Mi piace dipingere in modo libero, senza schemi e lasciando il pigmento mescolarsi da solo sulla carta, formando segni e trame interessanti e imprevedibili.
Amo particolarmente dipingere fiori e le rose e le peonie del mio giardino sono una bellissima fonte di ispirazione. Mi piace dipingere anche i volti, soprattutto quelli che portano la traccia del tempo o che hanno una storia da raccontare.
Andrea, per te è più importante la ricerca del perfezionamento tecnico oppure la capacità di esprimere le tue emozioni e sentimenti, attraverso le tue opere?
Tu fai parte, insieme ad altre “amiche di pennello”, del Gruppo d’acquarellisti Acquarell’Art, molto attivo a Velletri e dintorni. Organizzate periodicamente mostre collettive. L’ultimo evento è stato a Porta Napoletana, proprio a Velletri, in occasione di una Festa religiosa della tradizione locale. Come è nata la tua esperienza con il Gruppo? State organizzando nuove esposizioni?
Leggi anche le interviste a Rita Arcangeli e Patrizia Grande, pittrici del gruppo Acquarell’Art.
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