“Il mio analista è un basso elettrico”, di Francesca Delogu

"Il mio analista è un basso elettrico", di Francesca Delogu

Ti lancio un libro!” Non è una minaccia, ma uno scherzoso modo di lanciare un’idea per una lettura. Non faccio recensioni ma suggerisco uno o più libri – nuovi o pubblicati da tempo – in base alla mia esperienza, con l’augurio che possa incuriosirti. Attento che arrivaaa.

Oggi, ti presento un libro che ho letto recentemente, rapita, per motivi di passione, dal titolo “Il mio analista è un basso elettrico. Ispirazioni ribelli tra moda, giornalismo e musica”, scritto da Francesca Delogu, giornalista, scrittrice, ex direttore di “Cosmopolitan”, speaker e bassista.

“Un atlante delle emozioni per anime ferite e vincitori, per appassionati di musica e non.
Un libro per gli imperfetti, un costante invito a sfidare lo status quo”.

Dalla prefazione di Virginia Stagni.

Scheda

Casa editrice: Do it human
Data di Pubblicazione: 2022
Genere: musica
Pagine: 285.

Sinossi

Avete mai immaginato di tuffarvi dal palco su una folla adorante come faceva il rocker lggy Pop? E nella vita vi è capitato di buttarvi in qualcosa di misterioso e spericolato senza sapere se qualcuno vi avrebbe aiutato, sorretto, preso al volo?

Questo saggio di ispirazioni ribelli, scritto da una giornalista globetrotter e polistrumentista, per otto anni direttrice di Cosmopolitan, non vi dirà certo come fare. Ma forse vi farà vedere sotto una luce diversa le cadute, i vuoti, gli errori, l’attesa di qualcosa che si desidera e non arriva mai.

Attraverso la lente d’ingrandimento dei suoi tre compagni di giochi e sofferenza, il pianoforte – supremo e impossibile – il basso, maestro nell’arte della leadership condivisa, e la tromba, veicolo funambolico fra spiritualità e sensi, scopriamo le infinte analogie fra il caos delle situazioni quotidiane, i giornali, la moda e la musica.

Un legame osmotico che rimbalza anche nelle testimonianze e nelle parole sonore di alcuni musicisti appassionati, Davide Dileo dei Subsonica, Saturnino e Paolo Fresu, per scoprire che ogni emozione ha un suono, ogni paura può contenere una melodia straordinaria, ogni difficoltà ha il privilegio di scatenare un impulso creativo originale.

Perché l’accordatura perfetta non esiste e gli strumenti musicali sono maestri fuori schema che ci insegnano ad amare i fallimenti, a fregarcene della perfezione e a trovare il lato punk nascosto in noi. Per cavarcela pur arrivando sempre al momento sbagliato, partendo in controtempo e producendo stonature.

Liberiamo il musicista intrappolato in ciascuno di noi e forse inizieremo davvero a lasciar fiorire il nostro lato più selvaggio, fragile e imprevedibile. Per tuffarci dal palco della vita all’indietro, fidandoci del vuoto.


“Il mio analista è un basso elettrico. Ispirazioni ribelli tra moda, giornalismo e musica” è acquistabile su tutti gli stores digitali e nelle librerie.
La mia esperienza

Dicevo, sono stata rapita dal titolo di questo libro, perché da quasi un anno studio il basso elettrico, riprendendo la musica, a cui avevo rinunciato nel 2009, quando studiavo canto leggero e ho provato con il pianoforte. Ho smesso per mancanza di tempo, ma soprattutto perché avevo una pessima autostima.

Ho rinunciato perché, allora, non avevo ancora capito – nonostante i miei ventinove anni – d’avere un metodo d’apprendimento ‘alternativo’, per cui non riuscendo a capire gli accordi e sentendomi stupida, ho abbandonato. Ero delusa dalla mia imperdonabile imperfezione.

Finché a ottobre del 2022, a quarantadue anni, guardando il basso elettrico di mio padre Claudio, un Fender Jazz laccato nero del 1986, rimasto nella custodia, orfano di mio padre venuto a mancare nel 2016, mi son detta: «Serena, quel basso non può restare lì così… datti un’altra possibilità e dai al legame d’amore con tuo padre una continuità tramite la musica».

Così mi sono iscritta a scuola di musica e ho cominciato a studiare con passione quello che ho scoperto essere il MIO strumento. Gli ho sostituito le corde ruvide e ormai consumate con corde fretless (lisce); mi sono regalata una custodia Fender più leggera per trasportarlo e gli ho dato un nome, Pluto.

Ora che so come funziono, viaggio a modo mio, con i miei tempi e grazie anche al mio insegnante (a cui ho dedicato un articolo qui su Mobmagazine), procedo a gonfie vele, orgogliosa di me.

Di questo saggio condivido l’invito a mettersi in gioco, rendendo l’imperfezione un’alleata, che ci stimola a portare oltre la curiosità e a vivere i nostri talenti e passioni. Mi sono innamorata del titolo, perché anche per me il basso elettrico è come un analista, che mi sta insegnando molto su di me e su come mi relaziono con il mondo esterno. Infatti, la prima sezione che ho letto è stata proprio quella dedicata a questo strumento pazzesco, bellissimo, misterioso, sensuale e cazzuto e, secondo me, anche un po’ sottovalutato, mentre è davvero fondamentale.

Leggendo, mi sono anche commossa, perché mi sono resa ulteriormente conto che Pluto è un grande amico, che mi porta in profondità, nelle vibrazioni primordiali, a contatto con i miei ritmi, le mie emozioni, la mia pancia, per poi tornare su e dare all’ambiente in cui mi trovo. Il basso elettrico crea davvero un tessuto connettivo tra le parti.

Ora al posto del rimpianto d’aver lasciato, vibra un sogno che si sta realizzando nel mio modo unico, tra calli ai polpastrelli, esercizi, incazzature, note stonate ma anche tanti progressi, che danno coraggio e gioia.

Io e Pluto
Io e Pluto.

Ho aperto anche un canale Youtube senza pretese, su cui carico alcuni delle mie esercitazioni e cover, anche con le imperfezioni, perché in un mondo che ci pretende perfetti, creando ansie da prestazione e, direi, anche veri disturbi mentali, è bene ricordare a noi stessi che ‘rischiare’ d’essere e mostrarsi imperfetti è un diritto; e perché è bello andarsi a rivedere nel tempo, per osservare i progressi. I generi che amo suonare di più sono il rock e il blues.

Non molliamo, ma se lo facciamo, diamoci un’altra possibilità. Prima o poi. Let’s rock!

Basso elettrico

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *