Ricordi. Una magnifica giornata al mare 😅

Ricordi. Una magnifica giornata al mare

Ora rido, ma allora!

12 giugno 2010, ore 10,30.
E’ una tranquilla e tiepida mattina di metà giugno e io e mia madre stiamo andando in macchina al mare ad Anzio, sulla costa tirrenica che dista da noi circa 40 minuti di macchina. 🌊

Il tempo è incerto, c’è il sole e anche se siamo seguite da nuvoloni siamo fiduciose che tutto andrà bene. 

Una volta parcheggiata la macchina, scendiamo in spiaggia nel nostro stabilimento storico e affittiamo il nostro ombrellone giornaliero.

Dopo qualche ora, il cielo si arrabbia e nuvole nere si aggregano su di noi.  ⛈ ⚡️

Inizia a piovere, poi si calma.
Piove ogni volta che proviamo a mettere il piede fuori dal coperto e poi smette quando torniamo sotto l’ombrellone. Insomma un continuo avanti e indietro.

Finalmente il cielo si rasserena del tutto e torniamo a goderci il sole. 🌞

Mentre ci rilassiamo arriva un venditore ambulante che proprio non vuole andarsene.
Per non so quanti minuti cerca di venderci qualcosa colonizzando con le sue buste piene di vestiti e oggetti di ogni sorta, una gamba di mamma che non riesce più a muoversi e non fa che ripetergli fino a urlargli stremata: “NON MI SERVE NULLAAA!” 🤬

Il resto del pomeriggio passa sereno e dopo qualche ora di relax, verso le 16.20 decidiamo di andarcene per arrivare a casa presto e farci una doccia senza fretta.

Arriviamo alla macchina che molto “saggiamente” sceglie di non accendersi… 😢

Non riuscendo a comprendere quale sia il problema, chiamiamo il padrone dello stabilimento che arriva per aiutarci ma l’auto proprio non si accende.

Il nostro amico ci dice che di sabato tutti i meccanici e gli elettrauto di Anzio stanno chiusi, per cui siamo costrette a lasciare la macchina lì.
Ce la riporterà il meccanico chiamato dal nostro amico, che molto gentilmente se ne prenderà cura lunedì.

Ci facciamo accompagnare al capolinea degli autobus di Nettuno per prendere il bus per Velletri.

Due autisti presenti ci dicono che purtroppo non ci sono più bus diretti e così per un’ora e mezza aspettiamo sotto il sole il bus per Albano, dove prenderemo poi la coincidenza che ci riporterà a Velletri.  😱

Finalmente saliamo sul bus che è strapieno e col traffico impieghiamo un tempo che sembra un’eternità per uscire dalla cittadina di Nettuno.

Nel frattempo rischiamo di essere accoltellate da due ragazzi che iniziano a litigare violentemente tra loro, esattamente davanti a noi che stiamo sedute ai primi posti. 😧

Mia madre si sporge davanti a me per proteggermi, quando dai coltelli si passa alle armi chimiche dal momento che io rischio di essere gasata da uno di loro che mi punta le ascelle che puzzano di sudore.
Per fortuna, alla fine un signore si alza in piedi e li fa ragionare.

Durante l’intero viaggio ho un gran sonno, ma cerco di stare sveglia.
Mi tiene vigile il continuo miagolio di un cucciolo di gatto che piangerà, poverino, per tutto il tempo.

Arriviamo ad Albano: 30 minuti ad aspettare la coincidenza per Velletri.

Durante l’attesa, un piccione pensa bene di defecare sul braccio di mia madre che ha difficoltà a pulirsi perché è carica delle borse del mare e deve posare tutto a terra in cerca di fazzoletti.

Io sono piegata in due dalle risate, sicuramente isteriche perché ho perso la pazienza e come al solito comincio a mal sopportare la pelle tirata dal sale del mare. 🤪
Non vedo l’ora di farmi la doccia!

Mentre cerco di calmarmi, mi giro per caso verso l’entrata della chiesa dietro di noi.
In alto vedo un manifesto su cui è scritto: “Il Signore è qui ed è venuto a prenderti“. 😳

Sgrano gli occhi quando con un tempismo perfetto mi accorgo che un carro funebre, passando accanto alla chiesa, si dirige proprio verso di noi…

“ECCO IL BUSSS!”, grido. 😫

Una volta salite, ci sentiamo finalmente salve con il sollievo della certezza di essere dirette a casa.
Dopo un po’ vediamo che in bus fa una strada che ci è familiare: l’auto sta tornando ad Anzio!
L’autista aveva sbagliato cartello, mettendo quello che indicava Velletri. 🥺

Ci facciamo scendere nella località Fontana di Papa, al buio quasi in mezzo alla campagna e ci incamminiamo mentre cerco di tranquillizzare mia madre che ha paura perché vede noi due a rischio come nel film drammatico “La ciociara”. 🤯

Finalmente arriviamo al paese dove è in corso una festa, ritrovandoci nel bel mezzo di balli di gruppo.

Un vigile lì presente mosso a pietà davanti a due profughe con addosso solo un panno da mare, insabbiate ed in preda ormai ad allucinazioni, si offre di chiamarci subito un taxi.
Il tassista cerca di tranquillizzarci per tutto il viaggio, vedendoci in stato di shock.

Ore 22.
40 euro di taxi. Siamo a casa! 🤕

Sull’uscio, io e mia madre ci guardiamo e di comune accordo decidiamo di non raccontare gli imprevisti vissuti a mio padre, se non che la macchina si fosse rotta.
E’ in Francia per lavoro e vogliamo evitargli di preoccuparsi e di prendere il primo aereo per casa!

Una volta entrate, mia madre bacia a terra ringraziando tutti i Santi, mentre io mollo le borse e mi precipito sotto la doccia con la pelle tirata dalla salsedine e il prurito per un principio di eritema.

Risparmierò al lettore il racconto della cena e dell’incontro ravvicinato con il letto perché sono stati incredibilmente rimossi da ogni memoria. 🥴

Fine di una magnifica giornata al mare… perché il mare rilassa! 😂

Derea

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