Oggi, sono ospiti a “Racconti d’Arti” i Mustang N°5, gruppo di musica rock e cantautorale, messinese, nato nel 2012 dopo varie esperienze live, da un’idea di Puccio Basile. I Mustang N°5 arrivano sei anni dopo a incidere “O va bene o va male”, un Ep autoprodotto di sette pezzi, e hanno fatto uscire a giugno loro primo album ufficiale intitolato “Porco Mondo”, edito dall’etichetta romana Metal Zone Italia. Il 20 settembre è ufficialmente uscito il video di “Tira fuori i sogni”, primo singolo estratto dal fortunato lavoro, titolo in perfetta sintonia con l’intento del mio blog. Conosciamo i Mustang N°5 dalle parole del fondatore.
Benvenuti a “Racconti d’Arti”. Come nascono i Mustang N°5 e come mai la scelta di questo nome per la band? Fighissima la copertina.
Ciao, buongiorno e grazie per l’invito. Nasce tutto dal bar che per me è un luogo speciale dove lavoro da anni ed è anche un terreno fertile per scrivere canzoni. Avevo delle cose da dire e alla fine i cantautori riescono a cavarsela anche con poco, non hanno bisogno di grandi giri di parole per esprimere sentimenti e descrivere stati d’animo o dipingere situazioni del vissuto, dove spesso capita di rispecchiarci.
Il nome della band prende spunto dal “sogno americano”, l’iconica Route 66 attraversata da una delle muscle car, appunto una Mustang, e quel senso di libertà che quel sogno ha sempre ispirato, anche nella musica.
Grazie per i complimenti circa la copertina. Abbiamo voluto fosse abbastanza iconica e riconoscibile a prima vista, letteralmente un “Porco Mondo” con un’espressione arrabbiata, a evidenziare che è un mondo maltrattato, pronto a riscattarsi.
Il 30 giugno è uscito il vostro primo album ufficiale “Porco mondo”, edito dall’etichetta romana Metal Zone Italia. Un album di undici brani, che unisce il rock alla musica cantautorale. Raccontateci di questo album attraverso cinque parole chiave che ne svelino l’identità.
Tutto è stato possibile grazie a Francesco Gallina (giornalista, saggista e critico musicale esperto di Rock e Heavy metal, già ospite del mio blog ndr) il quale ci ha proposto a Metal Zone Italia, nella figura di Gianfranco Belisario, al quale va il ringraziamento più grande per averci voluto nella famiglia di Metal Zone Italia.
Poi un ringraziamento anche a Patrick Fisichella, il quale si è occupato della produzione, tra le mura dei “Gargamella’s Studios”. Abbiamo lavorato tanto in sala poter rendere al meglio gli arrangiamenti, in modo che rispecchiassero le situazioni narrate nei brani.
Se dovessimo descrivere “Porco Mondo” in cinque parole, potrebbero essere: forte, convinto, poetico, sentito, e più italiano che mai.
Molto interessante è la scelta dei testi nella nostra bellissima lingua, l’italiano, che forse per il giorno d’oggi è una scelta un po’ controcorrente, considerato il massiccio uso della lingua inglese in ogni campo, spesso spinto da richieste del marketing. Ascoltando i vostri brani, ho notato che i testi hanno una musicalità molto “poetica”. La musica che componete è particolarmente condizionata anche dalla letteratura? Se sì, c’è qualche autore da cui vi sentite ispirati?
Assolutamente, la letteratura ha un grande impatto su quello che facciamo. Ho sempre pensato che la conoscenza, in generale, apra nuovi orizzonti e la lettura gioca un ruolo fondamentale in questo. Tra i miei autori preferiti ci sono Irvin Welsh, Pier Vittorio Tondelli, Jack Kerouac e Charles Bukowski. Ogni tanto attingo dalle loro opere e penso che si possa percepire nelle nostre canzoni.
Crediamo che la nostra lingua sia, per ricchezza di linguaggio, musicalità delle parole e attraverso metafore e altre figure retoriche, quella che possa maggiormente rendere giustizia ai concetti espressi. Sì, è vero che in altre lingue talvolta con una singola parola si riesce a rendere il concetto che si vuole esprimere, ma al contempo quella singola parola, spesso, non riesce a restituire il completo messaggio che si vuole esprimere.
Man mano che procedevo con l’ascolto dell’album, in particolar modo il brano “Maledettamente In Me”, mi son detta “cavolo, ci sono delle caratteristiche che mi ricordano i Queen”, gruppo che amo e con cui sono cresciuta. Poi ho letto il titolo “Sopra Un Pezzo dei Queen” e mi sono illuminata. Parliamone!
Questo aneddoto ha un sapore particolare. Stavo tornando a casa dopo il lavoro, desideravo solo rilassarmi con una birra fredda e una sigaretta, ma il bar era pieno. Non sopporto il caos, quindi ho chiesto al barista, un amico, di darmi birra e sigarette il più velocemente possibile. Mentre aspettavo, ho distolto lo sguardo e ho notato che in TV stavano trasmettendo “I Want to Break Free” dei Queen. Ecco, quello è diventato il pacco di sigarette più veloce che abbia mai ricevuto!
Il rock/hard rock è considerato il genere di denuncia di “ciò che non va”, diretto, anche arrabbiato, sicuramente con tono energici. Insomma è un genere che le ingiustizie le urla. Anche la musica cantautorale si fa veicolo di denuncia, e in Italia abbiamo grandi cantautori storici che hanno veicolato messaggi in questo senso, con altri toni. Messaggi che hanno guidato e ispirato folle e soprattutto i giovani. Nella vostra musica, è presente sia l’aspetto rock che quello cantautorale. Secondo voi, quanto è importante, oggi, veicolare un messaggio d’impatto sociale, ma soprattutto è ancora possibile avere un impatto importante, considerata la deriva odierna di molti valori; la mancanza di ascolto e di approccio critico alle “cose”?
Il rock nasce proprio in risposta ad una ribellione contro i dogmi imposti dalla società. I tempi cambiano, ma sembra quasi che più le cose cambiano, più i problemi restano gli stessi. Ancora oggi sentiamo parlare di razzismo, omofobia e simili.
Non è facile, ma crediamo fermamente nel potere della musica, nella forza, nella durezza e nella schiettezza del rock. Che non è solo chitarre distorte, ritmi energici e “urla”. Il rock è tutto quello che va contro corrente, che ha il coraggio di ribellarsi alle imposizioni di ciò che va contro la libertà individuale. Tutto quello che ha una cognizione di causa e non un semplice “sentito dire” di messaggi veicolati in modo ambiguo.
È doveroso contribuire a salvare questo mondo, e la musica ha ancora la forza di farlo.
Di seguito il video del nuovo singolo.
Line up:
Puccio Basile (Voce)
Marco Occhipinti (Chitarra)
Danilo De Matteo (Chitarra)
Giuseppe Arena (Basso)
Dario Celona (Batteria)
Canali social:
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Ascoltali su:
https://open.spotify.com/intl-it/artist/2ZLyeBWOTuNSamOuLDhoW7
https://music.apple.com/it/album/tira-fuori-i-sogni/1754808591?i=1754808592
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